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Congedo parentale 2024, i chiarimenti della Funzione Pubblica

lentepubblica.it • 19 Aprile 2024

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In un recente parere, il 13398/2024, il Dipartimento della Funzione Pubblica fornisce tutti i chiarimenti su destinatari e sulle modalità di fruizione del congedo parentale 2024.


Tra le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2024 (articolo 1, comma 179, della legge n. 213 del 30 dicembre 2023),  spicca senza dubbio l’ampliamento del congedo parentale, misura a sostegno delle famiglie italiane con figli piccoli.

Il congedo parentale è infatti un periodo di astensione facoltativa dal lavoro concesso ai genitori per prendersi cura del proprio figlio nei suoi primi anni di vita. È un diritto previsto dalla legge italiana e si applica sia ai padri che alle madri che lavorano come dipendenti, sia nel settore pubblico che in quello privato.

Questa misura ha in sintesi lo scopo di:

  • permettere ai genitori di dedicare del tempo al accudimento e all’assistenza del figlio nei suoi primi anni di vita, un periodo fondamentale per il suo sviluppo fisico, emotivo e sociale
  • favorire la conciliazione tra vita privata e lavorativa, permettendo ai genitori di assumersi le proprie responsabilità familiari senza penalizzare la loro carriera professionale
  • promuovere una maggiore condivisione delle responsabilità genitoriali tra madri e padri.

Congedo parentale 2024, i chiarimenti della Funzione Pubblica

Per fornire tutti i chiarimenti necessari alla luce delle novità normative il recente parere fornito dal Dipartimento della Funzione Pubblica, il quale fornisce delucidazioni su come applicare le nuove disposizioni.

L’intervento normativo in questione incide direttamente sul Testo unico delle disposizioni legislative che regolano la tutela e il sostegno della maternità e della paternità, identificato nel decreto legislativo n. 151 del 26 marzo 2001. Questo testo normativo è fondamentale poiché stabilisce le linee guida per garantire la tutela dei genitori lavoratori e dei loro diritti in ambito lavorativo.

Aumento del trattamento economico

La principale novità introdotta consiste nell’aumento significativo del trattamento economico per il secondo mese di congedo parentale. In particolare, il trattamento economico, che precedentemente ammontava al 30% del salario, è stato elevato all’80%. Tale incremento è rivolto specificamente a due categorie di persone:

  1. Coloro che, al 31 dicembre 2023, erano ancora in congedo di maternità o paternità.
  2. Coloro che avrebbero usufruito di tale congedo successivamente al 31 dicembre 2023.

In altre parole, sia i genitori che già si trovavano in congedo al termine del 2023, sia coloro che avrebbero iniziato il congedo nel corso del 2024 o successivamente, godranno dell’aumento del trattamento economico fino all’80% del salario.

Questa modifica rappresenta un importante passo avanti nel garantire un sostegno economico più consistente ai genitori che scelgono di prendersi cura dei propri figli nei primi mesi di vita. Tale sostegno è cruciale per consentire loro di dedicarsi pienamente alla genitorialità senza dover affrontare oneri finanziari eccessivi.

Esclusione per chi ha già goduto del periodo di astensione obbligatoria

Coloro che hanno già usufruito completamente del periodo di astensione obbligatoria di cui ai capitoli III e IV del Testo unico al 31 dicembre 2023 non saranno destinatari dell’aumento del trattamento economico previsto dalla nuova normativa. Questo significa che, nonostante l’entrata in vigore della modifica che porta l’incremento del trattamento al 80%, per questi soggetti non ci sarà alcuna variazione nella retribuzione rispetto a quanto stabilito dalla normativa precedente.

Per “astensione obbligatoria” si intende il periodo di tempo in cui un lavoratore è tenuto per legge a astenersi dal lavoro per motivi legati alla maternità o alla paternità. Questo periodo di astensione è previsto per legge e offre ai genitori la possibilità di dedicarsi alla cura e all’assistenza del neonato o del bambino appena nato. Durante questo periodo, il lavoratore ha diritto a un trattamento economico che può essere parzialmente o totalmente retribuito, a seconda delle disposizioni di legge e delle eventuali forme di assistenza previste dal datore di lavoro o dalla legislazione nazionale.

La ragione dietro questa disposizione risiede nel principio di equità e nell’obiettivo di gestire in modo razionale le risorse disponibili. Chi ha già beneficiato integralmente di questo periodo ha già ricevuto il trattamento economico previsto dalla legge in quel periodo. Di conseguenza, non sarebbe giustificato un ulteriore aumento del trattamento economico per questi individui.

Trattamenti economici dovuti per legge

Il Dipartimento della Funzione Pubblica ha inoltre ribadito il principio contenuto nell’articolo 45, comma 1, del decreto legislativo n. 165 del 30 marzo 2001, che sottolinea quali trattamenti economici possono ricevere i dipendenti pubblici. Secondo questa disposizione normativa, i trattamenti economici concessi ai pubblici dipendenti devono essere esplicitamente previsti dalla contrattazione collettiva, oltre a essere in conformità con quanto stabilito dalla fonte legale.

In altre parole, i pubblici dipendenti non possono ricevere trattamenti economici che non siano stati negoziati o concordati attraverso contratti collettivi o che non siano previsti dalla legislazione in vigore. Questo principio mira a garantire trasparenza, equità e certezza giuridica nei rapporti di lavoro nel settore pubblico.

Perimetro dell’agevolazione esteso a tutti

Inoltre, il parere del Dipartimento della Funzione Pubblica sottolinea l’importanza della nuova misura introdotta, la quale mira a sostenere la genitorialità attraverso un miglioramento significativo delle condizioni economiche per i lavoratori dipendenti in congedo parentale. Questa modifica rappresenta un passo avanti significativo nella promozione del benessere dei genitori lavoratori e nell’assicurare loro un sostegno adeguato durante il periodo di congedo.

Per questo evidenzia come questa nuova misura possa essere immediatamente applicata a tutti i lavoratori dipendenti. Questo significa che i dipendenti che soddisfano i requisiti per il congedo parentale potranno beneficiare dell’aumento del trattamento economico fin dal momento della sua introduzione, nel rispetto delle condizioni e delle disposizioni stabilite dalla normativa di riferimento.

Il documento si chiude evidenziando comunque la necessità di garantire che l‘attuazione di questa nuova misura avvenga nel rispetto delle disposizioni normative vigenti, assicurando una corretta e uniforme applicazione delle regole e dei diritti dei lavoratori dipendenti in materia di congedo parentale.

Il testo del parere

Qui il documento completo.

 

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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